Si
racconta che Ugo Bottoni, il leggendario "Ammiraglio", il papà
di Carlo, prendesse posto sulla collina sovrastante il vecchio
ippodromo "Villa Glori" quando non correva. Per osservare, da
tale postazione privilegiata, quelli che prima o poi sarebbero
stati i suoi avversari in pista. Studiarli, apprenderne pregi e
punti deboli, in modo da poterli poi affrontare nel migliore dei
modi in corsa. Carlo Bottoni, fine tattico, ha certamente
ereditato dal padre questa lungimiranza. Le sue interpretazioni,
infatti, uniche per capacità intuitiva, sono caratterizzate
proprio dalla assoluta consapevolezza della situazione in cui si
trova e dalla coscienza di quello che gli avversari possono
fare, e stanno per mettere in atto. Si può quindi dire che Carlo
Bottoni, grazie al proprio intuito e alla perfetta conoscenza
delle caratteristiche tecniche dei cavalli antagonisti, sia
sempre un passo avanti, essendo in grado di prevedere lo
svolgimento della corsa e di mettere in atto con un prezioso
attimo di anticipo le mosse che immediatamente dopo risultano
giuste e vincenti. Il suo schema di corsa prediletto prevede
avvio veloce, per porsi possibilmente in scia al battistrada,
temporeggiamento, breve e secco spunto conclusivo, da operare,
creando un po' di suspens, nelle ultimissime battute di gara,
quando, proprio a causa di questa prolungata attesa, può
sembrare che il cavallo da lui guidato non abbia energie per lo
sprint conclusivo.